Semaforo rosso, Grand Corps Malade canta l’umanità

#Bonjour #Paris n.90-20/10/2018 Perché la musica fa bene a un sacco di cose, allora immagino possa pure risvegliare coscienze a volte un po’ troppo addormentate. Oggi condivido questa canzone di uno dei miei cantautori del cuore, Grand Corps Malade, “Au feu rouge“, e mi permetto di tentare una traduzione del testo, di seguito.
#MusicaDelCuore
#RestiamoUmani
#Buonweekend
“Fortunatamente, non ho figli”, si dice Yadna molto spesso
“Sarebbe ancora più difficile, persino più umiliante”
E come avrebbe fatto con un bambino piccolo come un pacchetto? Sarebbe sopravvissuto dopo tutto questo viaggio?
Yadna è fuggita dalle bombe, la guerra nel suo paese
Sa che aveva paura ma non sa di quali nemici
Tra gli spari del suo presidente, dei ribelli, dell’Occidente, di Daesh e dei Kurdi, lei non sa più da dove viene il vento
Non sa più da dove viene la polvere che ha raso al suolo il suo villaggio
Lei non sa più chi spara le pallottole che hanno spento tutte queste facce
Lei sa solo che l’uomo è pazzo e che è lì, in Siria
Che si è formato a poco a poco l’epicentro della sua follia
Yadna pensa a tutto questo mentre si avvicina al mio finestrino
Io dico “no” con la mano e metto in moto l’auto velocemente
Avevo forse qualche moneta, ma ho fretta, devo muovermi
Ricordo il suo sguardo, ho incontrato Yadna al semaforo rosso
Dopo tre mesi di viaggio su ogni genere di imbarcazione
Spesso pensava che la morte sarebbe stata l’unica destinazione
Come in questa notte buia nel mezzo dell’Egeo Sopraffatta dalle onde su una barca troppo leggera
Tra i centri di detenzione e i trafficanti di uomini più crudeli
Yadna ha perso di vista tutti quelli che erano fuggiti con lei
Si è trovata sola con la paura, a stomaco vuoto E degli estranei persi come lei come sola guida
Camminando per settimane e poi pagando a degli avvoltoi
Il diritto di nascondersi dentro dei camion senza più vedere il giorno
Dopo questi mesi di inferno, passa le sue notti su un cartone
Il suo Eldorado si trova a Porte de la Chapelle, sotto un ponte
Yadna pensa a tutto questo mentre si avvicina al mio finestrino
Io dico “no” con la mano e metto in moto l’auto velocemente
Avevo forse qualche moneta, ma ho fretta, devo muovermi
Ricordo il suo sguardo, ho incontrato Yadna al semaforo rosso
Nelle sue notti, gli incubi di espulsione sono regolari
Sta aspettando lo status di rifugiato
Al semaforo rosso mendica con l’angoscia, come un bavaglio
Si informa sui suoi diritti, piccola principessa tra gli scaffali
A volte immagina la sua vita da studentessa nel suo paese
Se la giustizia avesse occhi, se la pace regnasse in Siria
Sorride anche a volte, quando trova la forza per pensarci
Sogna in siriano ma, qui, piange in francese
Vedo Yadna rapidamente quando il semaforo diventa verde
Ho una fitta nel cuore, ma sono in ritardo e accelero
I più grandi drammi sono davanti ai nostri occhi ma siamo di fretta, dobbiamo muoverci
Ci sono umani dietro questi sguardi, ho incontrato Yadna al semaforo rosso