Viola Italiana


crédit photo : Lisa Viola ROSSI
Riporto di seguito una poesia, “Viola Italiana”, che mi è stata dedicata in inglese da Nahid Siraj, poeta e giornalista bangladese in esilio a Parigi.
A seguire, la mia traduzione in italiano.
—
English (original) version by Nahid Siraj
She comes, on her happy wheels
She fools the frosty blasts.
Light of life finds lifeless shapes
Before reaching her cheek and
making her smile
while she slows down at the signal!
The scent of Seine from Invalides
Unselfishly surrounds her,
And with the joy of regaining speed,
To La Seine she gives her stares.
Seems they talk like this every morning.
About the holed up legacy of Tuscany?
The anguish of long lost wisdom?
Or maybe the supressed details of women in a man made world?
Who knows at all?
Watch out! There, the school kids!
She tinkles bell.
The giggle of the little helps her
Forgetting the sweating body.
And protect her smile from the sad part of being Parisian.
Getting back the tempo now she sings
Nella Fantasia reminding
The need for rethinking
The big narrative.
And the discourses that enables us to speak
About our life and our imposed needs.
Lei arriva, sulla sua due route felice
Ingannando le correnti gelide.
La luce del giorno trova forme senza vita
Prima di raggiungere la sua guancia e
Farla sorridere
Mentre rallenta al segnale!
Il profumo della Senna intorno a Invalides
La abbraccia generosamente,
E con la gioia di riprendere velocità,
Sulla Senna posa il suo sguardo.
Sembra che parlino così ogni mattina.
Sulle tradizioni nascoste della Toscana?
Sull’angoscia della saggezza perduta da tempo?
O forse sui dettagli repressi delle donne in un mondo creato dall’uomo?
Chi lo sa?
Attenta! Ecco gli scolari!
Suona il campanello.
La risatina di un bambino la aiuta
A dimenticare il corpo che suda
E a proteggere il suo sorriso dalla triste
Identità di parigina.
Ritrova il ritmo, ora canta
“Nella Fantasia” ricordando
La necessità di ripensare
Le grandi narrazioni.
E i discorsi che ci permettono di parlare
Della nostra vita e dei nostri bisogni imposti.