MDJ, incontro con tre giornalisti siriani : «Che sia in Sudan o in Siria, é il popolo che deve pretendere il cambiamento»
Pubblicato in francese per L’oeil de l’exilé
Mercoledì 1 giugno, nel tardo pomeriggio. La Maison des journalistes (MDJ) ha accolto tre giornalisti dell’opposizione siriana, Jawad Sharbaji, capo redattore di “Enab Baladi” e Sultan Jalabi, dell’agenzia di stampa indipendente “Smart News” (entrambi risiedono attualmente in Turchia) e Abo Bakr al-Haj Ali, corrispondente di guerra per “al Jazeera”, “Reuters”, “Middle East Eye” e “Vice News” (video: La battaglia per la Siria meridionale), attualmente residente in Giordania.
I tre giornalisti sono stati invitati in Francia dal Ministero degli Affari Esteri e Sviluppo Internazionale (Maedi), nel quadro del programma di invito dei giornalisti stranieri. Erano accompagnati da Kamel Sassi del Maedi, guida e interprete. Altri due giornalisti erano attesi alla MDJ, ma purtroppo non hanno potuto lasciare la Turchia né Libano, a causa di problemi con i loro visti : si tratta di Absi Smeisem, caporeddattore del settimanale “Sada Alsham ” (residente in Turchia) e Dima Wannous di “Orient TV” (residente in Libano) .
Questa visita, organizzata dalla Direzione della Comunicazione e della Stampa del Ministero, ha lo scopo di costruire relazioni con questi giornalisti, permettendo loro di familiarizzare con l’ambiente della stampa in Francia. Durante la loro visita alla MDJ, i tre ospiti hanno potuto interagire con i residenti e con il personale della MDJ: afgani, yemeniti, sudanesi, siriani, burundesi hanno potuto raccontare in poche parole le ragioni del loro esilio e la loro situazione attuale, di professionisti rifugiati attivamente mobilitati per la libertà di stampa e il rispetto dei diritti fondamentali
«Siamo sempre pronti ad incontrare i giovani, come nell’ambito delle dell’operazione Renvoyé Spécial – ha sostenuto Mohmed Al Asbatt, giornalista e scrittore sudanese – per raccontare la nostra esperienza di intellettuali e far conoscere anche le cose belle del nostro paese».«Probabilmente non abbiamo fatto abbastanza per trasmettere un’immagine positiva del nostro Paese. Oggi la Siria è diventata semplicemente sinonimo di Daesh», ha concordato Sultan Jalabi. Dopo tre giorni di visite a varie redazioni francesi, Jawad Sharbaji ha commentato: «Siamo molto sorpresi dal fatto che il dossier siriano non prenda molto spazio nei media che abbiamo visitato finora. Credevamo che i francesi pensassero di più à noi, anche perché esportano problemi …. Ma questo è un parere personale» , ha detto Sharbaji .
Durante questo scambio, era presente anche la giornalista siriana Lina Mouhammade, residente della MDJ, che è intervenuta per rispondere: «Non bisogna condannare i media francesi per negligenza. Hanno un ordine del giorno da seguire. Il problema è nostro, come giornalisti dell’opposizione siriana, perché siamo considerati solo come individui chiamati “citizen-journalists”. Ciò è dovuto al fatto che non siamo riusciti a creare una agenzia di stampa riconosciuta ufficialmente, che possa parlare a nome dell’opposizione. Naturalmente ci sono stati diversi tentativi, ma non bisogna nascondere che ci siano degli ostacoli di tipo politico».
«Che sia in Sudan o in Siria, é il popolo che deve pretendere il cambiamento», ha concluso Al Asbatt. Per questa ragione la voce dei giornalisti, come dei blogger, rappresenta una ricchezzafondamentale per la Francia, il paese di accoglienza: una voce alternativa da mediatizzare e da sostenere sempre più come la MDJ cerca di fare sin dalla sua fondazione.